Con riferimento all’interrogazione a risposta orale di cui all’oggetto a firma dell’on. le D. Bevacqua si fa presente che con un’azione congiunta del delegato alla Sanità dei Presidente On. Franco Pacenza e del Dirigente Generale dei Dipartimento Tutela della Salute e Presidenza della Regione Calabria Dott. Antonio Belcastro, si è intervenuti in Conferenza Stato Regioni per rimettere in discussione gli addebiti della mobilità passiva da parte delle Regioni e Provincie autonome per gli anni 2016 e 2017. Come esito della discussione con le altre Regioni e Provincie astenerne si è ottenuto un “riconoscimento” attraverso la ripartizione del Fondo Sanitario Regionale con circa 22 Milioni di euro per l’anno 2019, come parziale riconoscimento degli addebiti non dovuti. La problematica degli addebiti non dovuti sono stati fatti presenti anche nella seduta del 04 aprile u.s. del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza presso il Ministero di Economia e Finanze, in quanto hanno contribuito sul Conto Economico della G.S.A. (Gestione Sanitaria Accentrata) per l'anno 2018 e le conseguenze di Legge per il superamento delle perdite alla copertura finanziaria con risorse di bilancio proprio, implicando l’aumento delle tasse ed il blocco del turn-over. Presidenza e Dipartimento Tutela della Salute stanno analizzando i dati relativi alla mobilità, anche per gli anni ante 2016, per documentare altri addebiti non dovuti ed azionare ulteriori misure nei confronti delle Regioni, e Provincie autonome al fine del recupero delle somme non dovute. A partire dall’anno 2018, Dipartimento Tutela della Salute e Presidenza, hanno messo a regime tutti i Flussi di Mobilità con le Regioni e Provincie autonome ed i relativi controlli previsti dal T.U.C. per cui il fenomeno non dovrebbe più presentarsi. Al Tavolo di verifica tenutosi il 4 aprile u.s., dove sono stati esaminati, in particolare, i conti sanitari del quarto trimestre 2018, la regione si presentava con un risultato economico in disavanzo, eccedente le coperture fiscali, circa 28 milioni di euro, ma con ulteriori correttivi di tale disavanzo, tali da consentire ai Ministeri affiancanti di riconoscere alla Regione maggiori ricavi da una parte e minori costi dall’altra e, quindi, contenere la perdita dell’esercizio 2018 entro le predette coperture quantificate in 98,7 milioni di euro. In particolare, i dati riguardanti gli addebiti inappropriati di mobilità passiva extraregionale, ammontano a 36 milioni per il 2017 ed a 30 milioni per il 2016, anno che è stato considerato per la determinazione del fondo sanitario netto del 2018. Inoltre, con DGR. n. 81 del 2019 è stata stabilita la possibilità per le Aziende del nostro SSR di poter ricondurre le risorse residue della prima fase del Programma di investimenti ex art. 20 della legge 67/1988, pari a 19,7 milioni di euro, ai costi già sostenuti dalle Aziende sanitarie ed ospedaliere negli anni 2017 e 2018 per adeguamenti strutturali e manutenzione straordinaria che, contabilmente, avevano determinato rettifiche negative sui bilanci aziendali, peggiorando i risultati economici di quegli anni. In sintesi, considerando una minore mobilità passiva ed azzerando le rettifiche contabili determinate dagli investimenti, la Regione avrebbe indubbiamente superato la verifica odierna registrando l'equilibro economico. In verità, l'ufficialità di tali evidenze avrebbe dovuto scaturire da un approfondimento con i Ministeri affiancanti. Invece, sorprendentemente, il MEF non solo non ha riconosciuto alcune risultanze contabili (9,2 mln. per insussistenza attiva fondi GSA, 8 mln. per insussistenza attiva fondi rischi di un'azienda sanitaria, 4,7 mln. per insussistenza attiva di un'altra, azienda sanitaria e 10,6 mln. per insussistenza attiva di debiti di un'ulteriore azienda sanitaria) pari complessivamente a 32,5 milioni, ma ha calcolato un disavanzo peggiore di quello comunicato dalla Regione, determinando una perdita di 61 milioni di euro oltre le coperture fiscali ed annunciando il verificarsi delle condizioni per l’applicazione automatica delle extra aliquote fiscali, addizionale regionale Irpef e Irap, che aumenteranno rispettivamente dello 0,30 e dello 0,15 per cento, nonché il blocco totale del turnover fino al 31 dicembre 2020 e, infine, il divieto di prevedere spese non obbligatorie sul bilancio regionale. Il Dipartimento "Tutela della Salute" ha predisposto una relazione integrativa recante gli approfondimenti ed i chiarimenti necessari a confermare le risultanze contabili comunicate per la riunione del Tavolo di verifica congiunta. Dalla relazione risulta, di fatto, un risultato in equilibrio economico. Infatti, il disavanzo calcolato dal Tavolo, pari a 160 mln., viene ripianato, innanzitutto, con le coperture fiscali sull’esercizio 2018, pari a 98,7 mln.; con i 32,5 mln. sopra specificati; con la copertura di 8,7 mln. dei maggiori costi riguardanti la quota sociale delle prestazioni socio-sanitarie; con i 19,7 mln. ex DGR 81/2019 e con la riduzione di un accantonamento per il payback farmaceutico (erroneamente imposto dal MEF) di € 1,4 mln. Alla luce di quanto esposto, la Regione ha chiesto, con nota prot. n. 156913 del 1.04.2019 e nota prot. n. 196134 del 21.05.2019, l’aggiornamento della riunione del Tavolo di verifica congiunta e, di conseguenza, la rideterminazione del risultato economico del IV^ trimestre 2018. Quanto affermato dall'ex Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro, Ing. Massimo Scura, sui punteggi LEA relativi agli anni 2016 e 2017, questi risultano non coerenti, in quanto i punteggi reali inviati al tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, che emergono dai relativi verbali, sono i seguenti: Anno 2016 punti 147. Anno 2017 punti 136. Per quanto riguarda l'anno 2018, anche se il comitato LEA non ha ancora approvato il relativo questionario, il dato previsionale è pari a 161 punti con un notevole miglioramento rispetto agli anni precedenti ed attestante il superamento della soglia minima di adempienza al punteggio LEA. La Regione ha avviato, inoltre, al fine di superare le criticità relative agli indicatori area “distrettuale” un sistema di monitoraggio dei dati riferiti ai modelli dove vengono rilevate le attività gestionali ed economiche delle Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere che prevede, oltre ai processi di controllo che porteranno ad un miglioramento della qualità e copertura dei dati, il coinvolgimento diretto di tutti i referenti aziendali e delle strutture private accreditate. Per migliorare gli indicatori relativi all’area “ospedaliera” è stato implementato, sul sistema informativo sanitario regionale, un controllo specifico che prevede gli stessi criteri di valutazione e validazione previsti dagli obblighi informativi statistici per i flussi SDO, CEDAP, HSP. 11/bis, HSP.12 e HSP.13. Per quanto attiene il funzionamento del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie si rappresenta che con D.G.R. 63 del 15.02.2019 la Regione ha approvato la riorganizzazione amministrativa dei Dipartimenti Regionali, definendo lo schema di articolazione dei Settori in Uffici Operativi. La procedura di riorganizzazione è in via di definizione con conseguente rafforzamento del Dipartimento Tutela della Salute. Il D.L. del 30 aprile 2019, n. 35 "Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria" all’art. 6 inibisce in radice agli Enti del Servizio Sanitario della Regione di avvalersi della centrale di committenza S.U.A., ossia dell'unico soggetto aggregatole della Regione esautorandola di ogni potere. E’ opportuno evidenziare che la Stazione Unica Appaltante è stata istituita nel lontano 2007 (L.R. 26/07), prevedendo come obbligatorio il ricorso alla S.U.A. - tra gli altri - per gli enti appartenenti al S.S.N.: tale previsione, non è mai oggetto di impugnazione, ed anzi addirittura venne espressamente lodata nel ricorso a suo tempo proposto dal Governo avverso altre disposizioni della medesima legge, in quanto ritenuta, idea virtuosa in un panorama connotato da frammentazione delle stazioni appaltanti e particolarmente opportuna “in un contesto territoriale del quale sono noti gli enormi rischi di condizionamento e di alterazione”. In proposito, dunque, la Regione ha anticipato di anni le linee di tendenza dell’ordinamento in materia di centrali di committenza, realizzando obiettivi di legalità ed efficienza per come espressamente riconosciuto anche dalle stesse strutture ministeriali. In proposito, va rilevato che la S.U.A. regionale non è mai stata oggetto di iniziative giudiziarie correlate alle procedure di affidamento effettuate per conto dei S.S.N. (o di qualsiasi altro tipo!). Anzi, dal 2015, la S.U.A. regionale è stata sempre destinataria di valutazioni ampiamente positive proprio da parte del Ministero Economia e Finanze, che in relazione alle performance positive realizzate l'ha costantemente ammessa al riparto del Fondo incentivante ex art, 9 L.89/14 ed non ha ricevuto alcun rilievo da parte dell’ANAC in ordine alle modalità di espletamento delle funzioni istituzionali. Cordiali Saluti

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Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)